A Opicina nei tempi passati vendevano il latte: la famiglia Gerbin, Lidija di Bardina, Anka dei Kovaè, la famiglia di Mi¹ko e quella dei Drnjáckotovi. Ivanka Gerbin andava in bicicletta per il paese e anche a Trieste. A causa dell'epidemia di afta che si verifico' nel dopoguerra, molte mucche morirono. Alcuni risolsero la faccenda, perché soltanto uno della famiglia andava in stalla, buttava la calce viva e appena usciva si cambiava i vestiti.
Sara, l'ultima mucca di Opicina-19/12/1998 |
A Opicina, vicino alla stazione ferroviaria, la famiglia ©kerlavaj possiede ancora l'ultima mucca. Si chiama Sara ed ha il manto grigio. La mucca e' stata comprata a Ceroglie e una volta dava molto latte; oggi ne da' soltanto 15 litri al giorno. Un tempo avevano piu' mucche, di solito due. I nomi abituali erano: Mora, Grigia, Lisa, Rosina e Celestina. Avevano anche un vitello. La signora Anica portava il latte solo in paese. Oggi la gente viene a cercare il latte fresco addirittura in casa sua. Ha ancora la mucca perché a lei e a suo fratello piace cosi'. Vivono in quella casa gia' da 30 anni. Hanno una stalla moderna e l'apparecchio per la mungitura. Il latte munto viene messo nel vaso e il giorno successivo viene filtrato. Non viene mai mescolato perché potrebbe andar insieme se non c'e' l'apparecchio per raffreddarlo. La mattina Ana vende tutto il latte, percio' spesso beve caffe' nero. Gia' da molti anni Ana e suo fratello non portano piu' le mucche al pascolo, perché e' proibito. Non possono lasciare le mucche da sole perché potrebbero andare in mezzo alla strada e una macchina le potrebbe travolgere. In autunno tagliano l'erba per l'inverno. Il fratello di Ana compra spesso il trifoglio. In stalla le mucche mangiano fieno "di casa"; nella mangiatoia mettono anche mangime, hanno anche una speciale miscela per bestiame, e crusca. Loro due non danno alle mucche l'erba fresca appena tagliata perché puo' gonfiare lo stomaco. Alcuni invece mettono anche insieme alla meno peggio gli avanzi e li danno da mangiare alle mucche. Una volta all'anno vengono alla stalla il veterinario e il prete; tutti e due sono di Opicina. Ogni mucca deve avere il proprio documento. Quando scoppio' la centrale di Cernobil, la nube inquino' di veleni anche le nostre zone. Ogni giorno veniva qualcuno dalla Kmeèka zveza (l'Alleanza Contadina) di Trieste per controllare il latte. Oggi la Kmeèka zveza esegue questi controlli solo una volta al mese. Prende una bottiglietta di latte e dopo averlo analizzato manda la risposta per posta. Bisogna pagare per tutto ed e' tutto sempre piu' severo.
Un giorno all'ospedale di Trieste nacque una bambina che non beveva il latte della mamma. Provarono a darle tutti i tipi di latte, ma lei non ne voleva sapere. I medici dissero ai genitori che provassero con il latte fresco di mucca. Allora chiesero il latte alla signora Anica ©kerlavaj e ogni giorno andavano a prendere due litri di latte, perché la bambina quel latte lo beveva. Oggi per la mungitura la signora Ana utilizza un apparecchio elettrico. Le mucche vengono munte la mattina e la sera. Ogni mattina bisogna vuotare l'apparecchio: il latte appena munto viene messo in un mastello. quello della sera precedente in un altro perché non bisogna mischiarlo con quello appena munto che e' caldo. Al mattino porta tutto il latte per le case a Opicina e non gliene rimane neanche un po'. La signora Anica porta il latte nei vasi originali, vecchi di 12 e 20 anni. Questi vasi li aveva comprati nella Cooperativa Agricola di via Milano. Oggi non li vendono piu'. La signora Anica ha nove clienti ai quali porta il latte alternativamente: un giorno ad alcuni, un giorno ad altri; un giorno 8 litri, un giorno. Per alcuni clienti versa gia' il latte in bottiglie, e soltanto qualche volta in contenitori di plastica.
La lattante beve il latte di mucca. Disegno Andrea Skerlavaj |